Tecnologie affettive
Da mauriziotorchio.
Sei racconti di micidiale intelligenza
Una sinfonia “in grigio” condotta con straordinaria maturità di mezzi.
Immagini autonome, d’una densità semantica e d’una forza icastica che – come nei film d’autore – non necessitano di esplicativi “fuori campo”.
Scheda dell'editore
Molti degli umani di questo libro sono spietati perché affaticati. Perché alla nascita sono i più inermi, e i più nudi, e i più sprovveduti di tutti gli animali. Si strappano le cose, gli affetti e i ricordi di mano tra generazioni, tra classi, tra sessi. Chi ha potere lo usa senza risparmio.
Rassegna stampa
- Sei variazioni su un unico tema. Sandro Dell’Orco. Libri e riviste d’Italia.
- Lui è la massaia che mette ordine, pulisce, ritrova dove sono passati i sogni. Martina Montauti. Lettera.com.
- Putrefazione delle emozioni. Stefano Spagnolo. Fernandel.
- Intervista. Elisabetta Beneforti. Il popolo del blues.
- Sei concreti e taglienti racconti di sopravvivenza. Elisabetta Beneforti. Il popolo del blues.
- Sei racconti di micidiale intelligenza. Enrico Remmert. Rolling Stone.
- Sotto voce o quasi. Renato Barilli. L’immaginazione.
- Intervista (audio). Tommaso Giartosio. Fahrenheit Radio 3 - Rai.
- Tecnologie per inetti. Daniela Carmosino. Conquiste del Lavoro.
- Passione e declino di un dirigente attraverso gli occhi del suo autista. Giuseppe Berta. La Stampa.
- C’eravamo tanto amati nei gironi di Mirafiori. Vera Schiavazzi. La Repubblica – Torino.
Al Fiocco Nero
Nascono bimbi vivi da mamme vive, bimbi morti da mamme vive, bimbi vivi da mamme morte, bimbi morti da mamme morte. Escludiamo, per semplicità, parti plurimi e uteri in affitto. C’è una mamma che partorisce un bambino. Ok? Come tirare due monete. La mamma cade viva o morta. Il bambino anche: lato vivo, lato morto. Due fattoriale uguale quattro combinazioni possibili: VV, MV, VM, MM. Provate a tirare un po’ di mamme e un po’ di bambini.
Citazioni
«Dissero che ogni sera formavate una montagna, un mucchio di uomini e donne alto fino al soffitto, che poi suonava la campana, e un ordigno come una cannuccia, enorme, vi veniva a toccare».
«L’igloo. La montagna era l’igloo, il nostro modo di andare a dormire». p. 48