Piccoli animali
Da mauriziotorchio.
I “piccoli animali” siamo noi, tutti orfani, nessuno escluso, tutti nel tentativo di trasmettere del nostro al futuro.
Un esordio tra i più interessanti per lingua e tensione intellettuale, pieno di idee, potentemente allegorico, in cui l’angoscia di quella terra desolata, veramente spossata, sterile, in qualche modo postuma a se stessa, che è il nostro presente, si apre a improvvise dolcezze e malinconie.
Insolito, bizzarro, il romanzo di Torchio evoca una letteratura non schiava della fiction, che pensa, cerca, provoca e inquieta .
Un’incantevole anatomia dei sentimenti dove tutto è metafora.
Scheda dell'editore
Piccoli animali è un romanzo di relazioni dove i personaggi si sfiorano senza toccarsi davvero mai, perché “agli animali interessano certi tratti negli altri animali, non gli animali interi. Ci sono pesci che preferiscono combattere una salciccia rossa, piuttosto che un maschio. Accoppiarsi con qualcosa d’argento, piuttosto che femmine opache. Basta esagerare alcuni tratti, senza pudore; e fregarsene del resto.” Romanzo di ossessioni – quella di Lenin per le lampadine elettriche; o quella di Stalin per i musical – che partendo da secoli e continenti diversi si avvolgono in spire sempre più strette, lasciando la sensazione claustrofobica di un mondo che si restringe
Rassegna stampa
- Intervista. Nicola Villa. Scuola di scrittura Omero.
- Corpi tesi. Francesco Guglieri. L’Indice.
- L’epoca spossata. Nicola Villa. Lo Straniero.
- Padri, figli e orfani. Goffredo Fofi. Internazionale.
- Intervista (audio). Daniela Grill. Radio Beckwith.
- Una durata accoglienza dalla vita. Giuseppe Roncioni. Pulp.
- Intervista (audio). Marino Sinibaldi. Fahrenheit Radio 3 - Rai.
- Solitudine e unione, amarezza e tenerezza, abbandono e ricongiungimento. Isabella Spagnoli. Gazzetta di Parma.
- Nella sabbia di cose disfatte. Bruno Quaranta. Tuttolibri – La Stampa.
- Intervista con Camilla Gaiaschi. Camilla Gaiaschi. D Repubblica.
Incipit
– L’agenzia ci disse di mandare una ventina di foto, – racconta David. – Della casa, delle vacanze, di noi due soli e di noi con dei bambini: nipoti, vicini di casa… non importa. Ci dissero anche che dovevamo scrivere una lunga lettera alla madre, «Dear Birthmother», ma che se preferivamo bastava compilare un questionario, e poi a trasformarlo in lettera ci avrebbero pensato loro. In ogni caso è il contatto diretto che conta, la famosa telefonata. La lettera è una specie di curriculum, ma poi è decisivo quello che sei disposto a dare alla madre naturale.
Citazioni
Le vite dei bambini si separano alle feste, e loro lo sanno. Differenze minime diventano incolmabili. Per questo ognuno deve fare la cosa che gli riesce meglio, e spera lo salverà. Chi sta in piedi, e balla, stara sempre più in piedi. Chi non balla rischia di non uscire più di camera, non alzarsi dal letto. Chi è sveglio stara sempre più sveglio. Gli altri dormiranno, ogni giorno di più. Anche sedici ore al giorno. Oltre le porte blu, nelle camere dei bambini sdraiati, dove gli occidentali non possono entrare. p. 118-119